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«Processo amministrativo, ora più udienze via Skype»

ANSELMI, VICEPRESIDENTE UNAA: «OCCASIONE PER IMPLEMENTARE LA VIA TELEMATICA»

C’èpiù di un passaggio destinato a suscitare contestazioni, nel parere emesso ieri dalla commissione speciale del Consiglio di Stato. Riguarda l’estensione del regime sospensivo, analogo a quello feriale e previsto dall’ 8 al 22 marzo per l’intero sistema giustizia. Sembra una piccola questione, ma dal decreto Tribunali, che ha regolato in dettaglio lo stop dell’attività giudiziaria, potrebbe ricavarsi un equivoco in campo amministrativistico, sollevato in forma simile anche per gli altri settori, rispetto ai termini che la parte, quindi l’avvocato, deve osservare «per il deposito di atti defensionali ulteriori e diversi dal ricorso introduttivo».

Ebbene, con un parere che interviene anche su altri aspetti del decreto 11 ( dal rinvio di tutte le udienze pubbliche e camerali a dopo il 22 marzo fino alla eccezione, rispetto al regime sospensivo, per i procedimenti cautelari), la commissione speciale di Palazzo Spada sostiene che invece non si può ritenere il periodo 8- 22 marzo “tagliato” dal calendario anche per il «deposito di atti defensionali diversi dal ricorso introduttivo, quali, a titolo esemplificativo, il deposito di documenti e repliche stabilito dall’articolo 73, comma 1, c. p. a». Se per «procedimenti da trattare in data successiva al 22 marzo» si sospendessero anche i termini per il deposito di simili atti, sostiiene la commissione, «le udienze già fissate in data immediatamente successiva al periodo di sospensione dovrebbero essere rinviate per garantire alle parti un “termine a ritroso” che consenta di “recuperare” i giorni della sospensione, con evidenti pregiudizi alla normale ed efficiente attività giudiziaria». Nel parere - recepito in un decreto dal presidente Filippo Patroni Griffi - la commissione fa notare come ritenere sospesi i termini anche per «attività che il difensore può svolgere in via telematica» colliderebbe con la ratio del decreto Tribunali. Il cui obiettivo è quello di evitare occasioni di incontro fisico.

Ma forse si sottovaluta come gli avvocati difficilmente, in un periodo simile, possano svolgere appieno la loro funzione. Piuttosto, se davvero la tecnologia è così importante, andrebbe premiata un’altra aspettativa coltivata dall’avvocatura. In particolare dall’Unione nazionale avvocati amministrativisti, la cui vicepresidente Daniela Anselmi nota come «il blocco imposto dall’emergenza sanitaria possa diventare paradossalmente un’occasione per valorizzare e implementare al meglio l’udienza telematica». Anselmi spiega al Dubbio che «i consensi a una simile accelerazione» siano «numerosi». E che «il conigliere di Stato Italo Volpe, responsabile dell’ufficio informatico, è un nostro preziosissimo interlocutore: siamo convinti, noi avvocati dell’Unaa, che mai come ora sia necessario introdurre, nelle forme più estese possibili, l’udienza telematica. Via Skype è tutto semplice. Si riducono le presenze fisiche e si ovvia alla limitazione negli spostamenti, con economie di sistema, senza rinunciare al principio dell’oralità».

Si vedrà se davvero nelle settimane a venire, superata la boa del 22 marzo, il processo amministrativo potrà avere l’accelerazione tecnologica attesa dall’Unaa. Certo è che la disponibilità dell’avvocatura si dimostra preziosa anche in questo ambito della giurisdizione. Lo ha ricordato lo stesso presidente Patroni Griffi in una nota per gli avvocati diffusa nei giorni scorsi: «Il supporto del Foro in questi momenti di criticità è ancora più necessario per assicurare il comune fine di garantire il “Servizio giustizia”». È così. E forse le difficoltà di questi giorni tremendi serviranno a rafforzare ancora di più, in tutti, tale convinzione.

MENTRE UN PARERE DI PALAZZO SPADA ESCLUDE, ALLA LUCE DEI MEZZI TECNOLOGICI, LA SOSPENSIONE PER GLI ATTI DIFENSIVI ULTERIORI, IL FORO CONFIDA IN UNA SVOLTA

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